Si è capito dove stanno gli antigeni e contro di loro sono stati realizzati anticorpi monoclonali
Il vaccino dell'AIDS è più vicino. Lo ha detto Stefano Vella, direttore del Centro per la Salute Globale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), ieri sera a Milano dove ha ricevuto il 'Premio Unamsi' per 'La Medicina e la Ricerca biomedica', nel corso della serata di Natale dell' Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione.
"Sono 30 anni che parliamo di questo vaccino - dice Vella - e un po' mi vergogno a tornare sull'argomento, ma finalmente si è capito perché i vaccini che sono stati studiati negli anni passati non hanno mai funzionato: questo virus è talmente astuto che nasconde gli antigeni che inducono il 'neutralizzante'", cioè l'anticorpo che inattiva l'agente infettante. Perché "ogni vaccino che si rispetti, ogni vaccino che funziona - spiega - induce il neutralizzante. Così accade per quelli dell'influenza, del morbillo..Ora si è capito dove stanno questi antigeni, sono stati identificati, e contro di loro sono stati realizzati anticorpi monoclonali. Quindi, se noi riusciamo a farne un vaccino, questo sarà protettivo al 100%. Non sarà domani, perché c'è da percorrere tutto l'iter della sperimentazione, ma ormai la strada è segnata".
"Come, del resto, è successo per il virus ebola - ha aggiunto Vella -: recentemente per l'epidemia scoppiata in Congo, è stato utilizzato il vaccino prima della sua registrazione, a causa dell'emergenza, e funziona". Vella, che da sempre segue da vicino l'Aids ed è stato uno degli artefici dei primi congressi internazionali sul virus Hiv che hanno dato vita alla strategia per sconfiggerlo, si occupa ora, in seno all'ISS, di 'Salute Globale', cioè della lotta - citata nella motivazione del Premio UNAMSI - alle cause delle diseguaglianze nel mondo. Aids e Ebola ne sono un modello. "Sono malattie affrontate dai Centri di Salute Globale del mondo, in modo settoriale - precisa - perché il problema salute non è solo biomedico. Riguarda anche dove sei nato, dove vivi, cosa fai. Ma Aids e ebola sono malattie delle diseguaglianze, di cui il mondo ricco si è fatto carico quando lo hanno toccato da vicino".
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